"Non ho imparato la via per vincere gli altri, ma per vincere me stesso"

sabato 5 marzo 2011

Scherma storica e arti marziali medievali


Marco Signore , PhD

L'arte del combattimento include senza dubbio una quantità di discipline marziali di tale portata che è difficile quantificare. Tra di esse, tuttavia, la prevalenza nella cultura odierna viene data alle discipline marziali orientali per tutta una serie di motivi, primo fra i quali l'esistenza di una più o meno acclarata continuità di insegnanti e maestri, di scuole e stili.

Tuttavia lo studio dei movimenti e delle tecniche marziali non è esclusiva di alcun paese o alcuna cultura al mondo, perchè l'azione di combattere i propri simili è antica quanto l'uomo stesso. Le prime tracce di “violenza organizzata” risalgono a migliaia di anni fa (p.es. il sito del massacro di Talheim, in Germania, datato a circa 7000 anni fa). E siccome la violenza è antica, altrettanto antica è la ricerca di forme codificate nel combattimento.
Con ogni probabilità questa ricerca ha avuto inizio molto prima di quanto la storia scritta possa testimoniare, ed all'inizio è stata certamente a tradizione orale, sebbene esistano prove di “manuali” molto più antichi di quel che si creda. Un esempio è dato dalla tomba di Merire II, XIX dinastia (circa 1350 a.C.) in Egitto, in cui sono rappresentati movimenti di combattimento con bastone e protezione per il braccio. Incidentalmente tutt'oggi in Egitto si pratica un'arte marziale tradizionale coi bastoni corti – per quanto sarebbe assai pretestuoso riferirla in linea diretta ai maestri dell'Antico Egitto.

E tuttavia anche in Europa lo studio delle arti marziali ha avuto inizio abbastanza presto. Molte culture europee – per non dire tutte – hanno dato importanza alla potenza marziale degli uomini ed all'educazione marziale dei giovani, e non c'è bisogno di menzionare Sparta per ricordare che l'addestramento militare era per lo meno una parte importante (se non costante) della vita quotidiana. Anche le prove archeologiche ci danno informazioni sulla presenza di uno studio dietro alle tecniche di combattimento: per esempio le spade ritrovate a Creta sono costruite per colpire di punta più che di taglio, il che presuppone per lo meno l'esistenza di una serie di tecniche codificate.

Ma è solo intorno al 1250 d.C., circa, che in occidente fa la sua comparsa un nuovo modo di concepire il combattimento. Il più antico testo di duellistica è infatti il manoscritto delle Royal Armouries RAMS I-33, che appare come un manuale di autodifesa per monaci. Questo manoscritto è importantissimo per tutta una serie di ragioni, non ultime il fatto che siano dei religiosi a studiare le arti marziali, che ci sia una donna che combatte (con una delle tecniche più efficaci del manoscritto) e soprattutto che l'autodifesa viene studiata con spada e buckler.

Il buckler è una delle armi più sottovalutate e mal interpretate della storia. Si tratta di un piccolo scudo da impugnare, che veniva utilizzato come arma primaria o secondaria accoppiato ad una spada (o ad una lancia o ascia). Il manoscritto I-33 illustra le basi del combattimento a due armi, usando una spada come “compagna” del buckler, ed illustrando tutto il campionario di colpi che ci si aspetterebbe in un'arte marziale: deviazioni, contrattacchi, guardie, controguardie, prese, proiezioni, il tutto sempre mantenendo il controllo dell'arma.
In più, nell'I-33 sono raccolti i principi del combattimento armato che troveremo poi quando i maoscritti di duellistica (“Fechtbuche”) diventeranno molto più frequenti, come per esempio il famoso Flos Duellatorum scritto da Fiore de' Liberi circa nel 1409. Ma già dal 1300 in Germania troviamo diversi manoscritti che trattano dell'uso di molte armi ed anche di lotta a mani nude.

Purtroppo al giorno d'oggi se da una parte è possibile ottenere questi manoscritti in maniera più semplice, dall'altra la mancanza di un'organizzazione seria ha portato alla nascita ed alla diffusione di centinaia, forse migliaia di “praticanti” che sono convinti che avere i soldi per comprare la replica di una spada e di un'armatura li qualifica come “spadaccini medioevali”. Alle spalle dei loro volteggi nelle piazze e nelle sagre di paese non c'è nulla se non l'improvvisazione, e molti di questi sedicenti maestri o spadaccini non hanno nemmeno la minima conoscenza di arti marziali, men che meno di quelle occidentali. Spesso dichiarano di aver studiato un manoscritto o l'altro (di solito il Flos Duellatorum, che non viene in realtà nemmeno letto) e si improvvisano duellanti.
Questo atteggiamento è devastante per le arti marziali occidentali praticate in maniera seria, perchè a causa degli atteggiamenti di chi pratica senza coscienza lo studio del combattimento medioevale viene ridicolizzato e trattato come spettacolo teatrale (peraltro manco ben recitato).

Al contrario, lo studio delle arti marziali occidentali non può prescindere dal continuo confronto con quelle orientali, dallo studio approfondito dei manoscritti, e dalla conoscenza della biomeccanica del corpo umano (che, ricordiamolo, è lo stesso in ogni paese del mondo), e delle proprietà delle armi e delle armature coinvolte.
La Compagnia dei Tre Leoni si occupa proprio dell'aspetto di ricerca e studio marziale delle discipline da combattimento del medioevo e del rinascimento europeo, da cui peraltro traggono origini alcune arti marziali orientali armate come l'escrima.
Lo studio principale viene effettuato sull'analisi del RAMS I-33, ma viene integrato con la ricerca continua da quante più fonti è possibile, e praticando con più armi le tecniche che ci sono arrivate sui manoscritti. Viene inoltre svolta una continua attività di ricerca anche in ambito archeologico, storico e museale, con lo studio dettagliato di armi ed armature originali (quando possibile), ed infine viene data grandissima importanza all'apporto tecnico delle arti marziali di altri paesi, come per esempio quelle africane o asiatiche, soprattutto quando utilizzano armamenti simili a quelli in studio.

I risultati di questi studi vengono continuamente testati in palestra, e riportati quando possibile al pubblico tramite conferenze e rievocazioni storiche. Le armi studiate non si limitano quindi alla spada e buckler, ma spaziano da quelle “cavalleresche” come la spada lunga, a quelle “povere”, come le falci o il bastone. Naturalmente uno studio così vasto non può avere la presunzione di considerarsi mai completo, e le esperienze dei praticanti della Compagnia vengono continuamente messe in discussione da ogni ritrovamento archeologico o storico che possa essere utile. L'allenamento viene effettuato su diversi livelli: quello puramente tecnico (uso corretto di movimenti e di armi), quello formale (per ricostruire i movimenti descritti nei manoscritti), ed infine quello di combattimento (per cercare di comprendere come realmente si combattesse nei tanti secoli del medio evo e del rinascimento). Il tutto sempre con un occhio alla divulgazione al pubblico, per combattere la disinformazione e l'ignoranza sul medioevo, portata avanti non solo da film ed altri media, ma anche da chi rende le arti marziali occidentali un gioco per sprovveduti in maglia di ferro.

Nessun commento:

Posta un commento