"Non ho imparato la via per vincere gli altri, ma per vincere me stesso"

sabato 23 luglio 2011

Karate: una filosofia di vita...

Il Karate è un’arte marziale e, come per tutte le arti, per raggiungere la perfezione richiede uno studio profondo e un impegno costante. E’ da sempre considerato un eccellente tecnica di difesa personale e uno sport a tutti gli effetti anche se, definirlo come tale, risulta tanto incompleto quanto inesatto. Il karate sportivo (quello che vediamo alle gare per intenderci) rappresenta una recente acquisizione di questa antica forma di combattimento a mani nude; non deve essere quindi considerato il fine ultimo di un vero karateka. Il sensei (maestro) Keinosuke Enoeda scriveva in una pubblicazione: “pensando solo in termini utilitaristici di competizione otterremo come unico risultato quello di stravolgere il significato originale del karate, trasformandolo in uno sport come tanti altri…I maestri devono quindi educare i loro allievi nella maniera giusta, attribuendo uguale importanza a ogni aspetto del karate”.Ricostruire dettagliatamente la storia di questa arte marziale risulta particolarmente difficoltoso, vuoi per la carenza di fonti storiografiche certe, vuoi per la farraginosità delle testimonianze tramandate principalmente per via orale di generazione in generazione.

Il Karate si sviluppa principalmente nell’isola di Okinawa dove i nobili del luogo, signori appartenenti alla classe guerriera, praticavano un’arte marziale “segreta” (Okinawa-te) tramandata principalmente ai loro eredi. Nei secoli XVII e XVIII le condizioni di vita di tali signori cambiarono a causa di un costante impoverimento che spinse tali classi a praticare mestieri più redditizi come l’agricoltura e l’artigianato; gli storici attribuiscono a tale fatto la diffusione dell’ Okinawa-te nelle classi non appartenenti all’aristocrazia guerriera.Nel corso dei secoli grazie ai sempre più frequenti viaggi di mercanti e marinai, l’arte marziale autoctona delle isole Ryuku (delle quali Okinawa fa parte) si mescolò con forme di combattimento cinese. Una prova della relazione tra Cina e Okinawa è fornita dalla testimonianza del mestro Anko Itosu il quale, in uno scritto, indica le origini del karate nelle arti marziali cinesi. Un primo tentativo di codicizzazione dei precetti del karate di Okinawa fu fatto dal maestro Kanga Sakugawa signore di Okinawa. La vera svolta che portò la conoscenza del karate fuori dai confini di Okinawa avvenne quando il maestro Gichin Funakoshi, fondatore dello stile Shotokan e padre del karate moderno, si esibì a Tokyo 1922. Egli intese questa affascinante arte marziale come un “sistema di disciplina interiore” capace di condizionare tutti gli aspetti della vita dei praticanti; era nato il Karate-do ovvero la “via del karate”, un misterioso, lento e difficile cammino dell’essere verso la perfezione e il suo compimento. La filosofia dello stile di karate shotokan, basata principalmente sullo zen e sul bushido (la via del guerriero), è contenuta nei venti principi (niju kun) esposti dallo stesso Funakoshi Gichin e che divennero le basi della disciplina ancora prima che gli stessi allievi del grande maestro fondassero nel 1949 la JKA (Japan Karate Association); la più importante e antica organizzazione per la diffusione del karate.




fonte: La Testata